Il Welfare Aziendale Territoriale: un’evoluzione necessaria per lo sviluppo locale.

Oggi in Italia il Welfare Aziendale, ovvero quell’insieme di benefit e servizi forniti da un’azienda ai propri dipendenti come forma integrativa della normale retribuzione monetaria, è ormai un punto fermo.

In base a recenti stime si calcola che in Italia un’azienda su due abbia un piano Welfare: uno scenario difficilmente immaginabile soltanto sei anni fa, ovvero nel 2016, quando per la prima volta il Governo, attraverso la Legge di Bilancio, ha inaugurato una serie di agevolazioni fiscali volte a favorire la creazione di uno spazio complementare che affiancasse i tradizionali istituti del Welfare.

Se è vero che molto è stato fatto in questi anni e che il Welfare Aziendale si è ampiamente diffuso, è altrettanto vero che le imprese più piccole sono quelle che hanno maggiori difficoltà conoscitive e organizzative sul tema del Welfare, per mancanza di risorse, tempo ed energie. 

Ed è In questo scenario che nasce l’opportunità di usare un sistema di rete locale per far fronte a queste difficoltà comuni a molti territori italiani.

La sfida di oggi, quindi, è consolidare ed incrementare i benefici legati allo sviluppo del Welfare aziendale per imprese, lavoratori e istituzioni pubbliche cercando di “uscire” dai perimetri delle imprese per generare impatti positivi anche a livello territoriale.

Nasce così il concetto di “Welfare territoriale” ovvero quella forma di Welfare aziendale fortemente aperta al territorio, incline ad attivare filiere di produzione di valore capaci di mettere a sistema le risorse locali (a partire da quelle del Terzo Settore) e innescare circoli virtuosi di sviluppo (sociale ed economico) in una prospettiva sostenibile e inclusiva.

Cos’è il Welfare Aziendale Territoriale

In Italia il Welfare aziendale è sì in crescita, ma si distribuisce “a macchia di leopardo”: tende infatti a concentrarsi nelle imprese di grandi e grandissime dimensioni, in quelle del Nord, nelle multinazionali, nelle aziende che appartengono a un gruppo e in alcuni specifici settori produttivi. 

Per far fronte a questi limiti negli ultimi anni sono nati progetti territoriali che, attraverso la promozione di reti tra attori di diversa natura, si sono proposti come opportunità per far uscire il Welfare dal perimetro dell’azienda, allargandosi così al territorio.

Con l’espressione “Welfare aziendale territoriale” si possono quindi indicare tutte quelle misure di Welfare aziendale attuate mediante strumenti che consentono alle imprese di aggregare competenze e risorse economiche per sostenere la progettazione e l’implementazione di piani di Welfare, coinvolgendo una molteplicità di soggetti pubblici e privati, parte di un dato territorio.  

Il territorio è così inteso come un ecosistema economico-sociale, fatto di relazioni fra i diversi stakeholder che lo popolano, e nel quale i piani di Welfare in azienda, se generati attraverso la collaborazione fra gli attori del territorio e condivisi, possono essere considerati alla stregua di un “bene collettivo prodotto localmente”, che non solo genera vantaggi per le imprese e i lavoratori, ma può allo stesso tempo favorire lo sviluppo sociale ed economico del territorio stesso.

Quali sono i vantaggi del Welfare Territoriale?

Le reti multi-attore per il Welfare aziendale territoriale consentono di non limitare l’accesso ai servizi ai soli dipendenti ma di arrivare anche alle attività commerciali locali. 

Allo stesso tempo queste iniziative permettono una maggiore interazione con il territorio e, in particolare, con il circuito economico locale, il Terzo Settore e il Welfare pubblico locale. 

In questo modo si contrasta l’isolamento delle imprese e si limitano alcune criticità di carattere economico, organizzativo e culturale che spesso interessano le realtà imprenditoriali del nostro Paese: questo perché attraverso tali sinergie si favorisce la nascita di economie di scala che permettono di sperimentare azioni innovative, calibrate sulle esigenze dell’ecosistema socio-economico locale, e di estendere il loro effetto non solo ai lavoratori, ma anche ad altri membri della comunità.

In tali modi il Welfare da “aziendale” può trasformarsi in “territoriale”, divenendo così un volàno di sviluppo sociale ed economico per l’ecosistema locale e contribuendo, allo stesso tempo, a scongiurare il rischio di una contrapposizione crescente, da un lato, fra “isole di benessere” e, dall’altro, tra lavoratori meno tutelati e imprese meno innovative e/o meno competitive.

L’apertura del Welfare aziendale al territorio può quindi determinare vantaggi di tipo economico per le imprese che, in un’ottica di risparmio e utilizzo appropriato delle risorse a disposizione, possono coinvolgere risorse e servizi sono già presenti sul territorio così come soggetti pubblici e privati per rispondere al meglio alle esigenze della popolazione aziendale. 

In questo senso il Welfare territoriale può rappresentare anche un terreno di sviluppo per le PMI. Tali realtà produttive, che rappresentano oltre il 95% del tessuto imprenditoriali italiano (dati Istat 2017), incontrano infatti maggiori difficoltà nella realizzazione di piani di Welfare aziendale a causa della mancanza di strutture organizzative specializzate o del ristretto numero di dipendenti.

L’apertura territoriale del Welfare aziendale rappresenta infine uno strumento al servizio della Responsabilità Sociale d’Impresa e, più in generale, dell’equità: l’offerta di servizi sul territorio contribuisce infatti a superare il carattere intrinsecamente non universalistico degli interventi di natura aziendale.

I progetti di Welfare Territoriale

Negli ultimi due anni abbiamo osservato con molto interesse l’evoluzione del Welfare Territoriale ed i progetti che sono stati realizzati in diverse regioni, progetti che ci hanno ispirato tanto da idearne uno nostro: GOWelfare, unn’app per pagamenti in attività commericiali tramite credito welfare. 

L’idea è nata non solo dall’osservazione del fenomeno del Welfare Territoriale a livello nazionale, ma anche dall’ascolto dei nostri partner titolari di attività commerciali locali.

In questi ultimi due anni, infatti, le attività commerciali locali sono state fortemente compromesse a causa della pandemia. Gli acquisti online sono esplosi a discapito dei negozi fisici che hanno subito chiusure ed una forte contrazione del fatturato. 

In tale scenario, quindi, il Welfare Territoriale può rappresentare un’opportunità per il rilancio dell’economia locale e GOWelfare si inserirà esattamente in questo contesto. 

Un progetto in cui crediamo molto e che siamo sicuri possa avere una ricaduta positiva nell’economia locale a vantaggio di esercenti commerciali e consumatori in possesso di credito welfare.